(periferia di una grande città) |
Negli anni tutte le fraternità e le persone che hanno scelto di vivere la spiritualità di Nazareth, hanno ritrovato il deserto o il paesaggio dell'Assekrem in cui visse fratel Carlo, nelle città, nei quartieri e nelle periferie dove hanno deciso di vivere; ci sono contesti sociali in cui il "deserto" in effetti, si manifesta attraverso il disorientamento, lo svuotamento, la perdita dell'orizzonte, metaforicamente parlando, ma allo stesso tempo, con molta gradualità, si apprende anche a scorgere, in queste realtà sociali ed umane, segni di speranza, gesti minimi di cambiamento. Questa prospettiva mi interessa, e più che una semplice prospettiva si tratta di stile di vita, di modalità nell' essere in relazione, di incontri e scambi che avvengono nel quotidiano,perchè sono convinto che la spiritualità non è mai distacco dal reale, ma la strada maestra che ci fa mescolare concretamente nella realtà degli altri come della nostra, e ci fa riscoprire il senso dell'appartenere alla famiglia umana.
Da 12 anni cerco di portare avanti questa scelta e questo stile, mi sento ancora all'inizio, ora con questo nuovo inserimento né riscopro la passione.
Da 12 anni cerco di portare avanti questa scelta e questo stile, mi sento ancora all'inizio, ora con questo nuovo inserimento né riscopro la passione.
"Dobbiamo mettere ben in chiaro: chi è stato rigenerato dal deserto resta con il suo carattere e la sua personalità. Il cambiamento è a livello della sua visione, della sua ottica di fede, del suo sguardo, anche se questo dovrebbe inevitabilmente avere un qualche impatto su tutta la sua personalità. Questo atteggiamento si esprime non soltanto nel contatto con le persone incontrate, ma anche nella relazione con le cose, con gli oggetti più banali del quotidiano"
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