domenica 22 dicembre 2013

Discesa libera





“ Non si da un io isolato, puro e indipendente, ma piuttosto una rete vasta e universale di io, in cui posso trovare la mia autentica e giusta collocazione”
                                                                                                                                  Rowan Williams


Il tentativo di isolarmi o costruirmi un nido sicuro e caldo, è sempre dietro l’angolo e senza accorgermene faccio presto a costruire un muro di cinta, una barriera difensiva, un limite invalicabile che distingue, protegge e soprattutto mi mette al riparo dal               “com-promettermi” con gli altri; così ciò che sembra mettermi al sicuro, diventa pericoloso isolamento, ciò che sembra riscaldare, toglie lentamente l’aria, ed anche ciò che è ricerca assoluta di Dio rischia di essere ricerca di un’immagine illusoria di sé, magari più accettabile, più rassicurante, mentre in concreto potrebbe essere fuga dalla propria realtà.
Mescolarmi il più possibile, contaminarmi e lascare che altri mettano in crisi le mie certezze, entrare e ritrovarmi in quella “rete vasta e universale di io”, come la descrive R. Williams ( arcivescovo di Canterbury e Anglicano), questo mi appare oggi come una possibilità per dare senso, valore, spessore e sapore a questo esistere e con maggior forza, questo mi sembra oggi la grande provocazione di Dio, che sceglie di Incarnarsi.

Gesù non è il Dio che si distingue, non è il Dio incontaminato, non è il Dio inavvicinabile, ma il Dio che entra e abita  la vasta rete degli io umani, in essa si mescola, si contamina, si confonde, si fonde. E’ un Dio che scardina prima di tutto l’immagine che di Lui abbiamo costruito, un Dio che in punta di piedi e in assoluta fragilità è capace di stravolgere il piano della storia umana, nel momento in cui decide di essere tutt’uno con l’umanità stessa. Questo Natale è fatto per me di silenzio e incontri discreti, di passione per quello che vivo e accoglienza per quello che ricevo quotidianamente attraverso le relazioni, ma soprattutto sento che mi invita ad abbandonarmi dietro questo Dio, mai pienamente compreso e incontrato, che mi spinge, con Lui, ad entrare in profondità tra le masse. 

Vi regalo per quanto possibile, questi miei pensieri e questo sentire, sperando di condividere con ognuno voi la passione per questo tempo e per quest’umanità, con cui vale ancora la pena  com-promettersi.