sabato 16 aprile 2022

Senza prove a carico


Nella fede non ho mai cercato prove “schiaccianti”, ho sempre preferito il soffio leggero della Sua vicinanza che mi lascia libero di cercare e di  avere i piedi sporchi di terra come quelli di instancabili e caparbi cercatori, che mi fa preferire il fascino del deserto dove la nostalgia e il desiderio di un oasi, danno vigore ai passi lenti e decisi, i piedi affondano nella sabbia ma gli occhi sono puntati su una stella, è così che non ci si perde nel vuoto, ma del vuoto si fa un inizio.

Le prove schiaccianti hanno motivato le guerre in questi anni, hanno liberato e giustificato il potere di sottomettere, hanno nutrito le bugie e hanno dato forza alla voracità di alcuni a discapito dei molti.

Le prove schiaccianti sono state sfacciate e hanno avuto la faccia tosta di non arrossire quando si sono rivelate menzogne; le prove schiaccianti non hanno il coraggio di chiedere scusa.

Le prove schiaccianti hanno tolto il respiro alla creatività, hanno riconfermato gli steccati e hanno cacciato di casa il “dubbio”; chi si pone domande non è più gradito, è un corpo estraneo e chi si attarda sulle sfumature della vita, sui chiaroscuri dell’esistere o chi prova a far risuonare le contraddizioni o non disdegna di ascoltare le stonature è un irresponsabile, uno poco concreto, un debole: oggi si preferisco prove schiaccianti, non le domande aperte.

Provo anch’io in questi giorni la fatica di tenere lo sguardo libero, il cuore non oppresso e il cervello ossigenato; percepisco chiaro lo sforzo che devo fare per  trovare l’anticorpo che non mi faccia intossicare, che  mantenga lucido il desiderio  e allunghi lo sguardo altrove. Non mi interessa essere né un eroe, né un originale ad ogni costo, ancor meno mi attrae l’idea di distinguermi per identificarmi, ciò che mi interessa davvero, è custodire quella possibilità di essere ancora capace di guardare il volto dell’altro, abitandolo nel silenzio. Lentamente ho provato a non spaventarmi del vuoto che scorgevo negli occhi, delle ferite che incrociavo e del dolore sordo custodito e protetto, nel tempo ho preso coraggio nell'affondare i piedi in questi terreni sabbiosi e passo passo ho alzato gli occhi e ho provato a non fuggire, restando nello sguardo dell’altro.

E’ possibile questo abitare, solo se siamo stati a nostra volta abitati nella stessa maniera.

E’ leggera la certezza che colgo nel mio intimo, non è prepotente, si palesa come un sorriso, un abbraccio non forzato, è la delicatezza di una presenza; mi permette di non fuggire quando c’è tempesta, mi fa stare in piedi anche quando il vento soffia contrario e all'orizzonte si palesa un uragano;  

La tomba è vuota, ma anche questa non è una  “prova schiacciate”, non è nello stile di Dio, è certamente una provocazione.





Pasqua 2022