venerdì 27 luglio 2018
domenica 22 luglio 2018
No control
Ancora troppo preso dal “pensare”, dal razionalizzare ogni cosa,
un riordinare la mia storia, il mio rapporto con gli altri e peggio ancora con
Dio, lui che “è un Dio elusivo”, come dice un salmo, un Dio inafferrabile,
Carretto scriveva che Dio è “mai abbastanza”…ed io pretendo di rinchiuderlo nei
miei ragionamenti. In fin dei conti tutto questo lavoro razionale non è che il
modo sottile di “controllare”, il pensiero spesso ci illude; se la relazione
con Lui è sul fronte del controllo e del capire razionale, non può che essere
lo specchio del mio relazionarmi quotidiano con gli altri.
Mi lasco sfuggire di mano in questo modo, lo sconfinamento
dell’ascolto, passo acconto appena sfiorandolo, all'orizzonte smisurato dell’abbandono,
di cui l’ascolto si nutre senza mai esserne pienamente ed avidamente sazio.
Ascoltare è togliere, semplificare, è fare spazio, è
attendere, è soprattutto fermarsi.
Ascoltare è anche non pretendere, non determinare, né tanto
meno pre-ordinare, l’ascolto sono mani libere con le palme rivolte in alto nell'attesa
di essere raggiunte, o per accogliere e custodire, o per essere afferrate e
strette, comunque raggiunte dalla libertà di un altro mistero.
L’ascolto mi sembra di coglierlo nella sua autenticità,
quando è consapevolezza del non sapere e in questo si dimora pacificato, non
arrabbiato.
L’ascolto è trovare il proprio senso nell'accogliere non nel
decifrare, è sapersi grembo e decidersi di restare grembo, anche ciò che genere
l’ascolto non sei tu, perché ciò che si genera da esso è oltre: l’ascolto
accompagna ciò che sei, oltre il tuo orizzonte limitato e egoico.
L’ascolto mi rende interlocutore, decentrandomi dall'essere
soggetto o oggetto in assoluto; l’ascolto mi unifica rendendomi capace di
abitare la dimensione del “due”.
L’ascolto mi fa lentamente liberare dall’arroccamento e
dalla pretesa di essere al “centro” ,
facendomi gustare la pienezza dell’essere semplicemente “a fianco” .
Tra le parole e le opinioni urlate nel nostro contesto, per uno scampolo di riconoscimento, l’ascolto è la grande provocazione di questo tempo storico e
culturale…
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