domenica 22 luglio 2018

No control

Ancora troppo preso  dal “pensare”, dal razionalizzare ogni cosa, un riordinare la mia storia, il mio rapporto con gli altri e peggio ancora con Dio, lui che “è un Dio elusivo”, come dice un salmo, un Dio inafferrabile, Carretto scriveva che Dio è “mai abbastanza”…ed io pretendo di rinchiuderlo nei miei ragionamenti. In fin dei conti tutto questo lavoro razionale non è che il modo sottile di “controllare”, il pensiero spesso ci illude; se la relazione con Lui è sul fronte del controllo e del capire razionale, non può che essere lo specchio del mio relazionarmi quotidiano con gli altri.

Mi lasco sfuggire di mano in questo modo, lo sconfinamento dell’ascolto, passo acconto appena sfiorandolo, all'orizzonte smisurato dell’abbandono, di cui l’ascolto si nutre senza mai esserne pienamente ed avidamente sazio.

Ascoltare è togliere, semplificare, è fare spazio, è attendere, è soprattutto fermarsi.

Ascoltare è anche non pretendere, non determinare, né tanto meno pre-ordinare, l’ascolto sono mani libere con le palme rivolte in alto nell'attesa di essere raggiunte, o per accogliere e custodire, o per essere afferrate e strette, comunque raggiunte dalla libertà di un altro mistero.

L’ascolto mi sembra di coglierlo nella sua autenticità, quando è consapevolezza del non sapere e in questo si dimora pacificato, non arrabbiato.

L’ascolto è trovare il proprio senso nell'accogliere non nel decifrare, è sapersi grembo e decidersi di restare grembo, anche ciò che genere l’ascolto non sei tu, perché ciò che si genera da esso è oltre: l’ascolto accompagna ciò che sei, oltre il tuo orizzonte limitato e egoico.

L’ascolto mi rende interlocutore, decentrandomi dall'essere soggetto o oggetto in assoluto; l’ascolto mi unifica rendendomi capace di abitare la dimensione del “due”.

L’ascolto mi fa lentamente liberare dall’arroccamento e dalla pretesa di essere  al “centro” , facendomi gustare la pienezza dell’essere semplicemente “a fianco” .

Tra le parole  e le opinioni urlate nel nostro contesto, per uno scampolo di riconoscimento, l’ascolto è la grande provocazione di questo tempo storico e culturale…