Il silenzio profondo dell’alba sembra
avere una riserva inesauribile di spazio e di attesa, genera e traccia i
contorni dei incontri possibili, stuzzica e risveglia il desiderio, solletica
il “sogno” incoraggiandolo a prendere la sua forma nelle ore del giorno,
annunciato come nuovo quotidiano.
Il primo gesto che amo compiere in queste prime ore della giornata
gravide di silenzio, è accendere un piccolo lume. La delicatezza della
fiammella che si genera, è la prima “parola” che ricevo, così come la fragilità
che la contraddistingue è come un sorriso, uno sguardo e un modo tra i tanti
che posso scegliere per abitare le prime ore della giornata. Il calore della
sua luce è rispettoso e non invadente, non si contrappone ma incontra le altri
luci dell’alba, le incontra ma prima ancora sembra voler preparare il loro
arrivo. Attende si, soprattutto attende, attende il momento in cui non ci sarà
più bisogno della sua tenue luce è così fa posto ad un'altra fonte di luce.
L’alba è un attesa non una
pretesa, è la certezza profonda che l’incontro avverrà. Nulla di straordinario all'orizzonte viene atteso, ma nel grembo dell’ordinario ti colloca nel cuore del
sentirti ancora desiderato.
Il desiderio che a piene mani ti consegna l’alba, genera ascolto e l’ascolto
silenzioso apre all'incontro e l’incontro alla Parola: e la Parola è sempre
generativa.
All'alba attendi il ritorno di chi
desideri, prepari lo spazio della condivisione, approfitti delle mani ancora
vuote per assaporare il dono, le lasci
ancora aperte perché siano feconde di gesti fraterni, le lasci libere, perché è
l’unico modo con cui potrai scegliere responsabilmente dove immergerle, perché toccando
incontrino, avvicinando non facciano del male e stringendo non soffochino.
Se dicessi che i lineamenti dell’alba sono gli stessi del volto di
Dio? Se quel gesto semplice di accendere un fragile lumino è il modo per
accendere nel silenzio l’attesa appassionata di Lui? E se le mani aperte e
libere non sono un approdo, ma l’apertura ad una domanda? Ad una nuova ricerca?
Ad un “mai abbastanza” che la relazione con Dio mi fa vivere?
Allora l’alba è una genesi
“Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza”
all’alba della vita Dio non agisce in solitaria e non è preso dal
delirio narcisistico, chiede relazione e nella relazione genera l’uomo, “facciamo
l’uomo a immagine e somiglianza della nostra relazione”.
Chissà se non fu all’alba che Maria incrociando lo sguardo di
Giuseppe lo incoraggiò ad abbandonarsi con lei alla follia di credere che Dio
aveva veramente mantenuto la promessa:
ecco l’immagine e la somiglianza di Noi,
per questo lo chiameremo Gesù.