venerdì 21 dicembre 2012

La parola data




L’estate scorsa mi sono occupato di un progetto con delle persone anziane, uno spazio d’incontro e d’ascolto per permettere loro di raccontare la propria esperienza di vita e scoprirne il senso profondo, un’esperienza lavorativa molto particolare, nuova per me, perché non avevo mai organizzato qualcosa per delle persone adulte e avanti nell’età. In uno di questi gruppi, ho incontrato un uomo di 90 anni, calmo, sereno, ironico e soprattutto consapevole della propria storia e del proprio vissuto;  non si imponeva  ma se invitato, volentieri  apriva squarci di vita e ci poneva di fronte a delle letture dell’esistenza semplici e concrete. Fabbro da quando era ragazzino, mestiere appreso con passione nelle botteghe, artista perché la passione per il mestiere diventava espressione di sé. Quest’uomo mi ha raccontato molto della propria vita, si era creata una certa complicità e confidenza, non era per me il nonno da ascoltare con tenerezza, lo scambio era fluido e immediato. Un giorno mi ha raccontato della sua fede e del rapporto con Dio, per nulla bigotto il suo parlare, concreto e senza moralismi, così mi sono sentito libero di raccontargli di me, della mia scelta come laico consacrato. Visto che era capace di fare lumini ad olio, gli ho chiesto di realizzarne uno per la cappellina. E’ passata l’estate ed è arrivato anche l’inverno e il 19 dicembre abbiamo avuto la presentazione del libro dei loro racconti. Con mia grande sorpresa non lo vedo presente e un po’ mi dispiace, mi dicono che c’è una sorpresa per me, immaginavo i soliti regali di ringraziamento, preparo la faccia di circostanza, invece…
Raccontano che Ulderico per tutto questo tempo aveva chiesto di me, telefonava in comune quasi tutte le settimane, oppure andava di persona: “ma quando viene Amedeo devo dargli una cosa”; non era presente perché è venuto a mancare otto giorni prima di quest’incontro, così suo figlio ha voluto consegnarmi il regalo di suo padre: “ voleva proprio dartelo, ci teneva”. Non ricordavo assolutamente del lumino, spesso corro troppo, così anche gli incontri o i momenti forti che posso vivere con una persona rischiano di durare il tempo di un sorriso, ma Ulderico ha dato valore, spessore, significato alla sua promessa  e prima ancora ha dato forza e riconoscimento al nostro scambio. Questo suo gesto, questa sua attenzione, la sua costanza credo che abbia la forza dirompente della vita e di quanto le relazioni autentiche, libere, disinteressate possono trasformare, scuotere, provocare il nostro vivere abitudinario. Il lumino è quello che vedete nella foto, ora è nella cappellina del mio appartamento, segno concreto di come posso vivere in questo quartiere.     

“Gli incontri di ogni giorno costituiscono i fili di cui è intessuta l’esistenza: non posso lasciarne cadere nemmeno uno” 
  E. Von Broeckhoven  (gesuita e prete operaio, morto in fabbrica a soli 36 anni).





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