Finalmente un po’ di tregua, stiracchio il tempo perché non è sollecitato dagli impegni e dalle scadenze, approfitto del divieto di movimento per trasformare ancora una volta il mio piccolo appartamento in eremo di città, del resto lo è sempre stato, è così che l’ho voluto abitare sin dall’inizio, sapendo che “un eremo non è un guscio di lumaca” come titola Adriana Zarri un suo libro e se poi lo si va a costruire nel cuore di un quartiere popolare, diventa come una spugna che si inzuppa di umanità.
Mi rintano a casa pensando di poter
chiudere fuori pensieri e sensazioni, parole date in custodia da chi ho
incontrato e fatiche che mi sono state condivise per renderle magari più
accessibili, eppure questa operazione non riesce quasi mai. Il distanziamento
dall’umano donato è un operazione decisamente pericolosa, è come una spugna che
evitando di inzupparsi, rinsecchisce e si sbriciola.
La delicatezza della Sua presenza
mi accoglie ogni volta che chiudo la porta, una sorta di attesa, di sorriso compiacente,
il Silenzio abitato da Lui che improvvisamente mi abbraccia, sa ordinare
sapientemente volti, parole e vissuti che fino a quell’istante convivevano
disordinatamente, ognuno e ogni cosa
trova il suo posto nel mio sentire profondo, così quell’ordine interiore non è
meticolosità, né manipolazione, ancor meno classificazione, né tantomeno “sano”
distanziamento, è semplicemente interiorizzazione, nutrimento, grembo fecondo,
è possibilità di irrompere disarmato nella vita.
“Dilata il Signore la mia anima e
il mio spirito esulta presso Dio”, mai esperienza fu più dirompente e
pericolosa, nulla di tenero e sentimentale in queste parole, è piuttosto uno
scardinamento, uno spezzare certezze e frantumare barriere, lasciare le sicurezze
afone e sterilizzanti per una incertezza generativa: se dilati il tuo abitare
vuol dire che nessuno e nulla, può essere indifferentemente lasciato fuori dal
tuo perimetro vitale.
E’ il dinamismo di Dio,
totalmente riversato senza risparmiarne un grammo, nel cuore dilatato del femminile libero e
liberante di Maria (altro che madonnina): quando l’umano si dilata e lascia che
l’Altro frantumi ogni confine, allora l’umanità si genera coniugando vita e
vita in pienezza.
Per me oggi Gesù è la follia
concreta e visibile di un Dio totalmente riversato nel cuore dell’uomo un Dio sprecato,
perché non ha fatto calcoli, tirato somme, né progetti su “spesa /guadagno”, è
un Dio gettato a piene mani con il solo desiderio profondo di raggiungermi lì
dove sono.
“Lo Spirito Santo si accosterà a
te e il dinamismo dell’Altissimo ti avvolgerà come ombra”.