Alzarsi al mattino e vedere la splendida giornata di sole
che irrompe in casa, è decisamente piacevole, i palazzi che mi circondano
sembrano assumere un aspetto differente, allungo lo sguardo su tutto il quartiere e
sembra quasi un centro vacanze, è tutt’altro, è piuttosto un proliferare di
persone, di sguardi e situazioni molto differenti che ogni tentativo di
descrizione più risultare troppo sintetica e generale. La mia vicina di casa
“batte le mani”, è il chiaro segno che sta preparando il pane pakistano, una
specie di piadina che viene preparata e cotta al momento, va mangiata calda, al
suono poi, si assommano i profumi più
diversi, predominante il “fritto”, non ho scampo e vengo sovrastato, battuto su
tutti i fronti, se contrappongo alla sua tradizione culinaria, la mia cucina
dietetica fatta di verdure lessate a vapore, miglio e grano saraceno, che
dovrebbero avere un effetto benefico sulle mie intolleranze, ma non lasciano
traccia nel vicinato. Suo figlio tredicenne non mi lascia mai orfano di un
saluto e di un sorriso divertito, e battendo le mani mi indica che è pronto il
pane e mi chiede se ne gradisco un po’…ma si! Vada a quel paese l’intolleranza
alimentare, anche le verdurine lesse reclamano un supporto di sapore e
d’incontro. Piccole sfumature che comunque mi indicano che la mia giornata è
iniziata bene, in effetti ci sono mattinate in cui mi sveglio con un senso di
profonda gratitudine, mi sento davvero fortunato, perché vivo ciò che ho sempre
desiderato, anche le sfumature più chiaro scure e le fatiche ad essere
correlate, hanno un senso e un sapore differente, quando appartengono ad un
progetto di vita che senti profondamente radicato nella tua storia personale.
dal mio balcone |
In queste ultime settimane sono stato contattato da diverse persone che in un
modo o in un altro hanno il desiderio di non restare impantanate nel proprio
nido, nella propria autosufficienza, ma sentono quasi un bisogno rinnovato di partecipazione e azione comune,
quello che mi fa piacere è constatare che si incomincia a scorgere la necessità
di un lavoro comune, una partecipazione che prende vigore e significato, dalla
responsabilità condivisa; certamente sono piccoli segni, ancora troppo deboli e
isolati, ma chissà se non incominciamo a superare quell’individualismo che
troppo ha invaso il nostro quotidiano, e recuperiamo la forza del “senso
comunitario”; è il germe di novità che chiede ancora di irrompere in questo
tratto di storia così travagliato, è il senso profondo di quella passione di
Gesù di Nazareth, che instancabilmente diceva: “ il Regno è vicino, è già tra
voi”, e il Regno che annunciava era caratterizzato non da un potere, se non
quello della fraternità. Come piccolo fratello scelgo di fare “un passo
indietro”, per fare passi in avanti con gli altri, scelgo di essere del posto,
radicandomi nella quotidianità fino ad essere il più possibile “mescolato”, perché
da questa prospettiva apprendo la
saggezza di vita da chi mi vive accanto, a partire da quelli che sembrano
“invisibili” nel tessuto sociale, scelgo di mettermi in “cammino con” e non di
“fare per”, consapevole che il tratto di strada da percorrere è molto lungo e
chiede il coraggio di disperdersi, come il “lievito nella pasta”.
la cappellina |
Se tutto
questo è appassionante per me, e lo è, non posso che “impastarmi di relazioni
semplici, immediate, quotidiane e di tempi di silenzio, di cuore a cuore con
Dio, che sempre più sento non esterno né
a me, né alla realtà che vivo, ma lo scopro esistente nel profondo della mio
essere, tranquillamente “a suo agio” anche tra ombre e tempeste, che spesso
accompagnano il mio percorso. L’unica fatica che vivo è il portare avanti
questa passione da solo, per questo scrivo, racconto, cerco di saper curare
alcune amicizie molto profonde: per entrare nel cuore di Dio e di un percorso
di umanizzazione, occorre accogliere un senso di appartenenza reciproca, questo
per me è il Vangelo e in questa maniere sento di ritrovarmi e condividere
quella stessa passione che ha animato Charles de Foucauld, quando di sé diceva: “voglio gridare il Vangelo con la mia vita”.
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