sabato 16 marzo 2013

Il soffio di un vento leggero...


La stagione primaverile sta arrivando, anche se ancora stenta a manifestarsi attraverso i suoi colori e il suo calore, ogni tanto arriva una giornata di sole che ci disorienta, oppure per chi è metereopatico come me, si sta peggio che nei giorni di pioggia, è un paradosso ma è così, sembra che ci si abitua talmente tanto alle giornate brutte che quelle belle poi ci disorientano. Ma il soffio del vento leggero questi giorni non è solo legato al cambio climatico, è legato a parole, gesti, scelte e situazioni che irrompono inaspettatamente, e che per questo scombinano schemi e rigidità consolidate, sono parole e gesti che non nascono altrove e irrompono nella nostra realtà, esse fanno parte di noi, del nostro vissuto della nostra storia, dei nostri valori di riferimento, le abbiamo semplicemente soffocate, disinnescate, ridotte e svuotate di senso. Esco dalla metafora per esplicitare meglio quello a cui mi riferisco: la scelta del vescovo di Roma, Francesco, e i discorsi che ho ascoltato alla radio della nuova presidente della Camera Boldrini e del Senato Grasso. Non voglio mescolare politica e religione, gli effetti sono ben chiari e i disastri sono sulle nostre spalle, anzi sono la fonte del disorientamento che tutti stiamo vivendo, mi riferisco all’irrompere di parole e gesti nuovi, che a mi hanno non tanto emozionato, l’emozione è momentanea, passa velocemente, direi che  mi hanno scosso dal torpore e motivato, incoraggiato. Oggi sentivo che il Vescovo di Roma diceva ai giornalisti: “sogno una Chiesa povera per i poveri,” e in altri passaggi ha ribadito la centralità del messaggio di Gesù, non dei ruoli che vengono ricoperti nella Chiesa. La Boldrini ha ricordato che al centro del Parlamento deve esserci la sobrietà e il servizio verso quelli che sono più in difficoltà, ha elencato e chiamato per nome i problemi: esodati, disoccupati, immigrati morti nel Mediterraneo, pensionati, donne che subiscono violenza, ad esse va data una risposta, i diritti dell’uomo vanno posti al centro ed orientano l’operato di chi ha scelto di mettersi a disposizione. Personalmente sia rispetto alla mia Chiesa che al mio Parlamento non chiedo di essere rappresentato da un potere, ma da un servizio. Non so se è più necessario urlare, irrompere, scuotere con gesti forti, probabilmente anche questo è necessario, ma ritengo che sia più efficace un cambiamento di stile, che si manifesta nella concretezza delle scelte, nella decisione di lasciare da parte ciò che è palesemente inutile, come apparato, forma e ampollosità vuota che ha il solo scopo di mantenere tutto immobile perché qualcuno possa esercitare il suo potere.
Mi risuonano le parole di Charles de Foucauld rispetto a tutto questo, scriveva: “ Signore come diventerà presto povero colui che, amandoti di tutto cuore, non potrà sopportare di essere più ricco del suo Diletto…Mio Dio io non so se è possibile a certe anime vedervi povero e restare volentieri ricche, vedersi tanto più ricche del proprio Maestro…per conto mio non posso concepire l’amore senza un bisogno imperioso di conformità, di somiglianza e soprattutto di partecipazione a tutte le pene, le difficoltà, le durezze della vita”. Mi piace questo passaggio di fratel Carlo, non si tratta di imitare, o scimmiottare uno stile essenziale, si tratta a mio parere di aver ben chiaro la posizione di Gesù, la sua scelta, il suo modo di agire e di conseguenza scegliere. Tante sono le suggestioni di questi giorni, ma è anche chiaro il rischio che questo sia solo emotività e poesia; mi piace pensare che sono segni: è un vento leggero, proprio perché leggero può irrompere e piano piano trasformarsi  in uragano che stravolge, o può anche spegnersi, dipende da ognuno di noi. Se ci compromettiamo con questo venticello, allora soffierà più forte, se ci emozioniamo o poco più, sarà una semplice folata che al massimo fa venire il raffreddore. Non i papa boys, vi prego, che hanno trovato un ritmo sincopato per gridare “papa Francesco”, rischiano di rincorrere eventi suggestivi, si sente il bisogno di uomini e donne che si compromettono, che si mescolano, che si scomodano con questa parte della storia: la forza del Vangelo passa tra le mie, le nostre mani, abbiamo due possibilità , o le stringiamo e la soffochiamo, oppure le allarghiamo per liberarla e lasciarla andare oltre ogni nostra immaginazione e possibilità.




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