I contesti sociali attuali sono sicuramente caratterizzati
da una complessità non facile da comprendere né da abitare, figuriamoci da
governare, una complessità frutto di cambiamenti repentini, di valori che
perdono il loro significato e che vengono sostituiti da altri parametri di
riferimento i quali non trovano comunque una rete sociale capace di integrarli,
tutto corre molto velocemente, tutto ruota intorno al bisogno personale e
soprattutto tutto diventa liquido. Ogni volta che accendo la radio per ascoltare
approfondimenti o notizie, mi sembra di assistere al rafforzamento continuo di
uno spirito individualista, ciò che va stuzzicato, solleticato, reso naturale
in questa campagna elettorale, è il
valore assoluto che ha il “bisogno e l’orizzonte personale”, è il bisogno
dell’individuo o della singola famiglia al centro, non tenendo conto che, sia
il singolo, che la famiglia, sono parte integrante di una collettività, manca a
mio parere un senso civico e sociale, il valore dell’appartenenza ad una
comunità, in cui si è interdipendenti, nel bene e nel male. Purtroppo in questa
prospettiva anche la nostra Chiesa non
mostra una spinta e una scelta profetica, anzi gioca spesso ad allearsi con i
poteri per salvaguardare privilegi e prestigi, nel DNA delle comunità cristiane
dovrebbe esserci questa dimensione di interdipendenza, di scelta del bene
comune, di condivisione, di responsabilità civile. In un contesto e in un
orizzonte di senso di questo genere, sicuramente può prevalere il
pessimismo;
nel libro di Bonhoeffer dal
titolo “la vita comune” ho trovato delle splendide pagine in cui parla della comunione spirituale e di quella
psichica che può caratterizzare la vita della comunità, cito: ”Comunione spirituale è la comunione di
coloro che sono chiamati da Cristo; psichica è la comunione delle anime
religiose; là regna il servizio fraterno ordinato, qui la disordinata brama di
godimento; là l’umile sottomissione sotto il fratello, qui il superbo- umile
assoggettamento del fratello ai propri desideri. Nella comunione spirituale
regna solo la Parola, nella comunione psichica accanto alla Parola domina
ancora l’uomo dotato di particolari forze, di esperienza, di disposizioni
suggestivo- magiche…l’amore psichico ama il prossimo per se stesso, perciò
cerca il contatto immediato con l’altro, non lo ama nella sua libertà, ma come
uno che è legato ad esso; vuole vincere, conquistare ad ogni costo, insistere
presso l’altro, vuole essere irresistibile, vuole dominare”. Ho voluto
riportare questa lunga citazione in quanto la sento veramente profetica, perché
irrompe prepotentemente nella nostra attualità e svela, mette a nudo quello che
secondo me sono i meccanismi perversi che ormai determinano la vita politica e
quotidiana del nostro paese e la maggiore perversione risiede nel fatto che
tutto è presentato come valore, come bene, come strada maestra per liberarci e
donarci ben- essere. Certo Bonhoeffer fa riferimento alla comunità cristiana quando
parla di comunione spirituale e psichica, ma credo che si possa benissimo applicare
laicamente anche alla comunità più allargata della nostra società. Le scelte
governative sono contaminate da quest’orizzonte (comunione psichica), come
anche le nostre relazioni e le nostre scelte. Questo pensiero, questa
riflessione risuona in maniera diversa qui nel contesto dove mi trovo ora, sto
vedendo altro, che è fuori dal circuito mediatico, qui la mia fede, la mia
relazione con Dio perde totalmente la sua dimensione intimistica, le risposte
sicure lasciano presto il posto a domande scomode. Più alleno il mio sguardo,
più affino il mio ascolto, chiaramente in senso metaforico, più le parole della
politica e anche quello che siamo abituati ad ascoltare in Chiesa, diventano
vuote, disincarnate, staccate da qualsiasi contesto reale, anche la mia scelta
di vita viene sconquassata dalle “non risposte”. Allo stesso tempo mi chiedo se
non sia proprio da questa posizione scomoda, il punto dove ricominciare ad
accogliere la novità del Vangelo, per cercare non da solo, ma con gli altri
uomini e donne di questo tempo, di questo luogo preciso, modi nuovi di essere
insieme e di rispondere alle difficoltà e alle sfide di oggi.
In alcuni momenti
mi sento un puntino perso, mescolato e uno dei tanti, sento che da questa
posizione posso apprendere dagli altri e soprattutto posso apprendere ad essere
disponibile nel mescolarmi e compromettere.
Nessun commento:
Posta un commento