mercoledì 6 febbraio 2013

Comunità psichica?


I contesti sociali attuali sono sicuramente caratterizzati da una complessità non facile da comprendere né da abitare, figuriamoci da governare, una complessità frutto di cambiamenti repentini, di valori che perdono il loro significato e che vengono sostituiti da altri parametri di riferimento i quali non trovano comunque una rete sociale capace di integrarli, tutto corre molto velocemente, tutto ruota intorno al bisogno personale e soprattutto tutto diventa liquido. Ogni volta che accendo la radio per ascoltare approfondimenti o notizie, mi sembra di assistere al rafforzamento continuo di uno spirito individualista, ciò che va stuzzicato, solleticato, reso naturale in questa campagna elettorale,  è il valore assoluto che ha il “bisogno e l’orizzonte personale”, è il bisogno dell’individuo o della singola famiglia al centro, non tenendo conto che, sia il singolo, che la famiglia, sono parte integrante di una collettività, manca a mio parere un senso civico e sociale, il valore dell’appartenenza ad una comunità, in cui si è interdipendenti, nel bene e nel male. Purtroppo in questa prospettiva anche la nostra  Chiesa non mostra una spinta e una scelta profetica, anzi gioca spesso ad allearsi con i poteri per salvaguardare privilegi e prestigi, nel DNA delle comunità cristiane dovrebbe esserci questa dimensione di interdipendenza, di scelta del bene comune, di condivisione, di responsabilità civile. In un contesto e in un orizzonte di senso di questo genere, sicuramente può prevalere il pessimismo;
nel libro di Bonhoeffer dal titolo “la vita comune” ho trovato delle splendide pagine in cui parla  della comunione spirituale e di quella psichica che può caratterizzare la vita della comunità, cito: ”Comunione spirituale è la comunione di coloro che sono chiamati da Cristo; psichica è la comunione delle anime religiose; là regna il servizio fraterno ordinato, qui la disordinata brama di godimento; là l’umile sottomissione sotto il fratello, qui il superbo- umile assoggettamento del fratello ai propri desideri. Nella comunione spirituale regna solo la Parola, nella comunione psichica accanto alla Parola domina ancora l’uomo dotato di particolari forze, di esperienza, di disposizioni suggestivo- magiche…l’amore psichico ama il prossimo per se stesso, perciò cerca il contatto immediato con l’altro, non lo ama nella sua libertà, ma come uno che è legato ad esso; vuole vincere, conquistare ad ogni costo, insistere presso l’altro, vuole essere irresistibile, vuole dominare”. Ho voluto riportare questa lunga citazione in quanto la sento veramente profetica, perché irrompe prepotentemente nella nostra attualità e svela, mette a nudo quello che secondo me sono i meccanismi perversi che ormai determinano la vita politica e quotidiana del nostro paese e la maggiore perversione risiede nel fatto che tutto è presentato come valore, come bene, come strada maestra per liberarci e donarci ben- essere. Certo Bonhoeffer fa riferimento alla comunità cristiana quando parla di comunione spirituale e psichica, ma credo che si possa benissimo applicare laicamente anche alla comunità più allargata della nostra società. Le scelte governative sono contaminate da quest’orizzonte (comunione psichica), come anche le nostre relazioni e le nostre scelte. Questo pensiero, questa riflessione risuona in maniera diversa qui nel contesto dove mi trovo ora, sto vedendo altro, che è fuori dal circuito mediatico, qui la mia fede, la mia relazione con Dio perde totalmente la sua dimensione intimistica, le risposte sicure lasciano presto il posto a domande scomode. Più alleno il mio sguardo, più affino il mio ascolto, chiaramente in senso metaforico, più le parole della politica e anche quello che siamo abituati ad ascoltare in Chiesa, diventano vuote, disincarnate, staccate da qualsiasi contesto reale, anche la mia scelta di vita viene sconquassata dalle “non risposte”. Allo stesso tempo mi chiedo se non sia proprio da questa posizione scomoda, il punto dove ricominciare ad accogliere la novità del Vangelo, per cercare non da solo, ma con gli altri uomini e donne di questo tempo, di questo luogo preciso, modi nuovi di essere insieme e di rispondere alle difficoltà e alle sfide di oggi.

 In alcuni momenti mi sento un puntino perso, mescolato e uno dei tanti, sento che da questa posizione posso apprendere dagli altri e soprattutto posso apprendere ad essere disponibile nel mescolarmi e compromettere.







Nessun commento:

Posta un commento