giovedì 10 ottobre 2013

Andare a fondo



donna Tapirapè
“Convertirla? Il proselitismo è una solenne sciocchezza. Bisogna conoscersi e ascoltarsi”. Mi è sembrata una frase diretta e senza possibilità di interpretazioni dietrologiche che poi rischiano di sminuire la portata e la forza del pensiero espresso, che in questo caso è quello di papa Francesco a colloquio con Eugenio Scafari.
Ho pensato a questa frase quando ho letto della notizia della morte di una piccola sorella di Gesù che da oltre 60 anni ha vissuto presso una comunità di Indios in Brasile precisamente i Tapirapé, notizia che vi invito a leggere nel link che ho posto sotto. Una vita intera senza vedere mai una conversione alla propria religione e un Battesimo, nella logica del proselitismo un vero e proprio fallimento, nella logica del Vangelo?

Immergere nella dimensione di Dio gli uomini e le donne che incontriamo,  questa è per me al momento attuale la domanda più scomoda e difficile, perché mi chiede di “conoscere e ascoltare” come dice papa Francesco, prima di tutto Dio e allo stesso tempo chi incontro. Noi cristiani siamo una minoranza e il rischio di ogni minoranza è quello di voler essere maggioranza trasformando tutti a propria immagine, anche Israele era un piccolo popolo sperduto che aveva il privilegio di diventare benedizione per tutti. 

ps Genoveva dal 1952 con i Tapirapè
Piccola sorella Geneveva ha ridato vita ad un piccolo popolo, ha scoperto insieme a loro nel ripetersi quotidiano del giorno dopo giorno, il valore pieno e assoluto di uomini e donne definite da un appartenenza culturale e religiosa per nulla inferiore a nessun altro popolo, questo suo stare, abitare, mescolarsi, contaminarsi, disperdersi ha creato vita e definito uno spazio sacro, la vita e l’esistenza di una popolazione, uomini e donne concrete: non li ha forse battezzati? Non si è immersa nella logica di Dio insieme a loro, sconfinando oltre ogni confine predefinito? Per me restano domande aperte, e mi spingono a rileggere e vivere la fede, la ricerca di Dio, la vita con altri in un orizzonte non ancora pienamente scoperto, eppure affascinante. Leggendo l’articolo ho sentito e percepito il cuore della spiritualità di nazareth; così  riprendo il largo, anzi no, il basso, verso il basso dei solchi delle nostre comunità dove senza nessuna pretesa, gettati come semi, cresciamo nella passione di sentirci reciprocamente appartenenti.












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